mercoledì 21 aprile 2010

Gay non si diventa

Nessuno insegna ad essere eterosessuale, immagino che nessuno possa insegnare ad essere omosessuale. Secondo me la sessualità è qualcosa di troppo naturale, probabilmente banalizzo, ma se già alle elementari ti venivano le erezioni per la maestra e non per il maestro, forse non sei gay; se, più o meno nello stesso periodo, giocavi alle macchinine sotto il tavolo (e non era affatto un posto comodo) solo quando veniva a prendersi un caffè l'amica bona di tua madre, forse non sei gay (anche lì, l'erezione confermava).
Se, nello spogliatoio della squadra di calcio in cui giocavi, i piselli e i culi dei tuoi compagni non ti richiedevano il training autogeno per tenerlo giù, neanche quando c'erano quelli che avevano già i peli sul pube e il pisello "importante" e tu ancora no, forse non sei gay.
Se la Barbie nuda di tua sorella ti faceva un certo effetto e contemporaneamente non avevi il desiderio morboso di togliere il costumino a Big Jim (al massimo era solo per spirito competitivo), forse non sei gay; se la principale ragione che ti rendeva felice quando dovevi tagliarti i capelli non era l'idea del nuovo look alla moda, ma era il fatto che dal barbiere fosse possibile sfogliare i giornaletti vietati ai minori di 18 senza essere sanzionati in alcun modo, forse non sei gay.

Per non parlare degli uomini terrorizzati da una rettoscopia o da una visita di controllo dall'urologo. Non sono tanto spaventati dal fatto di essere penetrati da un tubo o da un paio di dita, ma dal timore che tale penetrazione possa provocare l'erezione del beneamato membro. Beh, in quel caso è probabile che si tratti di un falso positivo, non sei gay, ti hanno semplicemente stimolato la prostata e lui non riesce a starsene tranquillo.
E quando cresci è uguale, il tuo uccello non mente, sempre lì a farsi sentire nella scomodità dei jeans o nell'inopportunità del costume da bagno, spesso quando meno te lo aspetti. E se qualche volta ti è capitato che ti abbia tradito quando invece su di lui contavi, stai sereno, non sei gay, hai fatto solo cilecca, capita.

Ma non è solo l'uccello. I romantici parlano di cose tipo <quando ti batte il cuore te ne accorgi>, insomma, se nella vita ti è capitato di provare emozioni scatenate da una donna, che non so spiegare ma se le hai provate le hai ben presenti, e se le stesse emozioni non te le ha mai scatenate un uomo, allora non sei gay (hey, parlo di emozioni diverse da quelle che si provano vedendo Valentino che vince una gara con staccatone all'ultima curva). Ah, se ti viene da ballare quando senti "I will survive" o qualsiasi altro pezzo dance, non temere, ti piace il ballo, non è un test attendibile sul tuo orientamento sessuale.

La nostra società è a maggioranza eterosessuale, secondo gli exit-poll, gli etero si attestano al 99%, nel segreto dell'urna invece sembra che una quota tra il 2% ed il 20% della popolazione esibisca alcuni gradi di tendenza omosessuale; sui gradi verrebbero facili le battute, ma non ne farò.
Viviamo appunto in questa società che vede gli omosessuali in maniera negativa, basti pensare agli insulti che si fanno alla guida: se una donna ti taglia la strada è una puttana, se la stessa cosa la fa un uomo è un ricchione. Nel mio gruppo di amici, capita di sentire spesso un dialogo del genere: "che fai stasera, usciamo?" - "mmm, sono stanco" - "dai, non fare il gay!!" (la cosa che più mi stupisce è l'uso del termine gay molto politically correct, ma si vede che ci siamo evoluti, almeno un po').

Spesso si dice che l'omosessualità non è naturale, non è normale, è contro natura, poi, se ti documenti, leggi che in natura è un fenomeno presente in molte specie animali. In statistica la norma è il valore che compare più frequentemente, la caratteristica più diffusa; in questo senso l'eterosessualità è normale. Gli omosessuali sono invece una minoranza, ma anche i neri lo sono e nessuno si sogna di dire che i neri non siano naturali, si dice altro, di molto peggio, ma non che siano contro natura. L'Organizzazione Mondiale della Sanità definisce l'omosessualità una variante naturale del comportamento umano anche se non ha preso posizione rispetto alla possibile causa di tale variabilità.
Essere parte di una minoranza, essere un diverso non è affatto semplice: già solo per il fatto di essere mancino ancora oggi ho parenti che si stupiscono quando mi vedono scrivere, quasi come se fossi un extra-terrestre, ma forse devo già ringraziare che non mi dicano che scrivo con la mano del diavolo. Figuriamoci che direbbero se fossi gay.

Molti pensano che gay si diventi, ma non è così. Ci sono pure teorie che dicono il contrario, a onor del vero. Più corretto dire che si scopre di esserlo, c'è chi lo fa presto, intorno ai 10-11 anni, chi lo fa più tardi, a volte molto più tardi.
Gli europei hanno scoperto l'America solo quando un tizio che cercava l'India non ha voluto seguire le indicazioni del tom-tom dell'epoca e se n'è andato dalla parte sbagliata: l'America però c'è sempre stata.
Si pensa che l'ambiente possa influenzare l'orientamento sessuale, nel mondo della moda, ad esempio, ci sono molti gay, perché? Forse se sei  maschio non ti interessano molto i vestiti e preferisci i motori o il calcio. Io non direi quindi che sia un fenomeno contagioso, piuttosto che ci sono ambienti più aperti in cui è possibile esprimere con maggiore libertà la propria indole sessuale, qualunque essa sia.

I genitori hanno molte preoccupazioni nei confronti dei figli, credo che tutti, riflettendo sul tema, si augurino che il proprio figlio non sia gay (forse la maggioranza, per la precisione, si augura che non lo diventi). Se avessi un figlio me lo augurerei pure io, sia perché da gay avrebbe di sicuro una vita non semplice, ma anche perché non potrei insegnargli il poco che so sulle donne (più per la prima ragione, però). In ogni caso se vostro figlio si rivelasse gay non fatevene una colpa, non siete voi la causa. Perché non l'avete scoperto prima? E perché non ha avuto il coraggio di parlarvi quando si interrogava su se stesso? Perché non vi ha chiesto aiuto? Queste domande, invece, me le farei.
I padri, soprattutto, vedono nei figli gay un fallimento, citando Ozpetek <Un padre considera il figlio una parte di sé, un braccio, un prolungamento. E' comprensibile il desiderio che sia come lui, così come è comprensibile la paura che non lo sia, che sia diverso>. Io credo che un padre si debba augurare che il proprio figlio sia una persona migliore di sé, non uguale. I genitori dovrebbero augurarsi che i propri figli siano brave e oneste persone, che non siano dei delinquenti, che realizzino i propri sogni, che siano persone libere, che siano soddisfatti della propria vita. Vuoi augurargli una vita facile? Io gli augurerei una vita felice!

Viviamo in un mondo un po' (solo un po'?) ipocrita, pieno di famiglie che sono unite perché "altrimenti che dice la gente", pieno di relazioni extraconiugali segrete, a volte neanche tanto segrete, pieno di azioni fatte "per il bene dei figli". Credo che a volte i figli vengano usati come pretesto per non fare azioni che non si ha il coraggio di fare, proteggiamo noi stessi con la scusa di proteggere loro.

L'Italia inoltre è un caso speciale, a causa di quel quasi mezzo chilometro quadrato inserito nel tessuto urbano della città di Roma che pesa come un macigno nel nostro modo di pensare, e nel nostro modo di votare.
Mi risulta che Gesù abbia detto <ama il prossimo tuo come te stesso>, non credo abbia specificato il sesso del prossimo da amare, ma questa frase la Chiesa la interpreta. Gesù pare abbia pure detto <lasciate che i bambini vengano a me> e pure questa viene interpretata in diversi modi, purtroppo. Forse la Chiesa è disturbata dal fatto che i rapporti omosessuali siano sterili, un po' come la masturbazione, condannata pure quella. Io non credo in Dio, e di conseguenza ciò che dicono il Papa, i Vescovi e i Cardinali mi lascia il tempo che trova, soprattutto dopo che la difesa della vita di un po' di spermatozoi viene dalla Chiesa apertamente preferita a quella di uomini, donne e bambini dell'Africa.

Mi piacerebbe vivere in un mondo in cui la domanda <sei etero o omo?> sia una domanda normale come <sei destro o mancino?>; mi piacerebbe vivere in un mondo in cui due persone che decidono di legalizzare la propria unione davanti alla legge lo possano fare, a prescindere dal loro assortimento sessuale; mi piacerebbe vivere in un mondo in cui un bambino affidato ad una coppia omosessuale che lo ama sia considerata una situazione migliore rispetto a vederlo crescere abbandonato in un istituto. Più probabilmente vivrò in un mondo in cui l'omosessualità sarà scomparsa entro tre anni, come il cancro*.

* A futura memoria: Berlusconi nel 2010, in un comizio, sostenne che il suo governo aveva tra gli obbiettivi del triennio successivo la sconfitta del cancro

Nessun commento:

Posta un commento